"Trementista" (dal dialetto sannita tremèntere, guardare, osservare) va ad assumere il significato di "colui che resta a guardare", "perditempo". Ma per noi vuole estendersi anche al senso di "quelli che osservano la tradizione".
Lo spettacolo dei Trementisti dà voce alle più espressive testimonianze delle scuole musicali regionali del Sud Italia (quella Campana, Calabrese, Salentina e del Gargano) senza trascurare le contaminazioni cui la canzone popolare meridionale si è aperta di recente con l'avvento della world music.
Gli arrangiamenti e la scelta dei brani riflettono i trascorsi musicali dei componenti del gruppo che, amando "giocare con la musica", improvvisano commistioni di generi musicali differenti. La musica popolare dei Trementisti, insomma, non è una musica museale: partendo dagli spunti offerti dalla tradizione, la band poi ricama trame ritmiche e armoniche fresche e moderne.
Risiede proprio in quest'ultimo aspetto la forza attrattiva dei Trementisti nei confronti del pubblico, ossia nella sorpresa, nel cambio repentino dei ritmi, dei fraseggi, dei linguaggi musicali. Tutto ciò naturalmente è realizzato secondo una logica ben precisa tale da "aggredire piacevolmente il pubblico". Il restante 4% dello spettacolo è riservato all'aspetto umoristico e alle improvvisazioni vocali.
Stimolati dal rinnovato interesse dei giovani per la cultura etnica, i Trementisti, attraverso i suoni del Mediterraneo, vogliono indicare il potere liberatorio e i passi della tarantella e delle altre danze del sud Italia come gesto da contrapporre alla ormai ridondante cultura dei balli da discoteca. Quando i Trementisti suonano nelle piazze, i giovani ballano e gli anziani si emozionano. La nostra musica si rivolge a grandi e piccini.
Nel corso dello spettacolo insceno un gioco in cui Antonio Calabrese è presentato come l'ultraottantenne custode delle tradizioni, il forziere che racchiude fatti e avvenimenti da lui fantasticamente vissuti, da giovane, in prima persona. È questo un espediente che occorre a svelare, in maniera umoristica ma veritiera, le storie e gli aneddoti rappresentati nelle canzoni che il gruppo va a eseguire.
Ogni buon concerto dei Trementisti si chiude, inoltre, con l'ormai attesissimo "lancio delle tonsille" del maestro (tutti lo chiamano ormai così!) Antonio Calabrese. Il lancio delle tonsille è centrale nello spettacolo dei Trementisti così come, in sud Italia, lo è il lancio del bouquet in ogni festa di matrimonio che si rispetti. In pratica, nell'ultimo bis che i Trementisti concedono al pubblico, il Maestro va a produrre uno stridente e inumano acuto (fuori della portata del miglior Pavarotti!) allo scopo di rilevare che il gruppo ha dato davvero tutto, anche un pezzo del proprio corpo, l'impossibile. Gli spettatori a questo punto vanno via stremati dalle danze, emozionati dalle canzoni e col sorriso stampato sulle labbra.
Fabrizio Cusani (fondatore e leader dei Trementisti)